Iniziative, mission e prospettive future della banca etica in Italia

La finanza etica è quel settore della finanza che si prefigge l’obiettivo di tutelare interessi generali, che vanno oltre il buon funzionamento del mercato, come la tutela dell’ambiente e degli interessi economici degli stakeholders che entrano in rapporto con l’intermediario finanziario. La finanza etica può essere ricondotta a tre principali categorie di attività: la finanza che sostiene alcuni settori comunemente considerati etici dalla coscienza collettiva; la finanza che sostiene la lotta all’esclusione finanziaria; la finanza che rispetta leggi e codici aziendali, che individuano regole di correttezza e trasparenza nelle condotte da assumere. In questo modo, il sostegno finanziario viene assicurato soltanto ai settori giudicati etici dal finanziatore: saranno così esclusi, ad esempio, il settore degli armamenti, degli allevamenti intensivi, dell’alcol o del tabacco.
Anche gli intermediari finanziari hanno incominciato ad operare sul mercato seguendo i criteri legati all’etica. In particolare, è qualificabile come “etica” quella banca le cui iniziative e la cui mission si ispirano proprio ai principi della finanza etica: in questo caso, l’istituto fornisce alla propria clientela i normali servizi bancari adottando scelte etiche o socialmente responsabili nella selezione degli investimenti, nonché garantendo al cliente la massima trasparenza circa le realtà finanziate coi propri risparmi.
La banca etica si prefigge l’obiettivo di creare opportunità di investimento non speculativo del risparmio, inteso quale bene individuale che contribuisce alla realizzazione del bene comune della collettività. Gli investimenti etici o solidali hanno come scopo il finanziamento di iniziative operanti nel campo dei servizi sociali, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile (si tratta del cd. Triple P Approach: People, Planet, Profit), ed è proprio per tali finalità che la banca etica esclude tutti quegli impieghi in settori che, sebbene remunerativi, non si rivelino coerenti ad una visione etica dell’impiego del denaro. Basandosi sulla tradizionale analisi ESG (acronimo inglese di environmental, social and governance), un esempio di investimento eticamente responsabile è rappresentato dai progetti di edifici green, vale a dire abitazioni che si caratterizzano per un basso impatto ambientale grazie all’utilizzo di materiali sostenibili e di energia rinnovabile.
In coerenza con la propria mission, una banca etica si propone anche di sviluppare nuovi percorsi nell’ambito del crowdfunding. Il crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) è uno strumento che permette di avviare una campagna di raccolta fondi online per finanziare iniziative incentrate su tematiche di primario interesse economico o sociale e che coinvolgono la comunità in un progetto articolato per il recupero di un bene comune o iniziative con un forte impatto collettivo.
In Italia, una realtà bancaria di questo genere è rappresentata da Banca Popolare Etica, nata nel 1999 tramite l’iniziativa di alcune organizzazioni del terzo settore «con lo scopo di impiegare le risorse di risparmiatori e investitori per sostenere attività economiche con impatti positivi sull’ambiente e sulle persone». Banca Etica, caratterizzata dallo spirito mutualistico, dalla partecipazione dei soci e dei risparmiatori alle scelte dell’impresa, dall’attenzione allo sviluppo delle comunità locali e da un’equa distribuzione delle risorse, ha escluso fin dal principio alcuni settori dalla possibilità di accedere ai propri finanziamenti (armi, alcol, petrolio) e, nel corso degli anni, si è aperta a numerose imprese sociali promotrici di iniziative di sviluppo in settori socialmente rilevanti quali il turismo sostenibile, l’energia rinnovabile, l’innovazione sociale. A titolo esemplificativo, nel settembre 2020 il Gruppo Banca Etica ha aperto un bando volto a sostenere progetti educativi inclusivi capaci di offrire opportunità educative e culturali a bambini e ragazzi tra i tre e i diciotto anni in condizioni di povertà economica o disabilità psichica, aggravate dagli effetti della pandemia da Covid-19. Su dodici progetti che hanno superato la selezione, otto hanno raggiunto, grazie al crowdfunding, il 75% del budget prefissato e sono stati cofinanziati da Gruppo Banca Etica per il restante 25%.
Ricostruiti i tratti essenziali della finanza etica e, più precisamente, della banca etica, una domanda sorge spontanea: i criteri legati all’etica sono davvero sufficienti per definire etiche o socialmente responsabili le attività descritte? In concreto: escludere i finanziamenti nel settore dell’alcol è, certamente, un’iniziativa responsabile e socialmente orientata, ma una tale scelta può spingersi fino al punto di escludere anche l’attività del viticoltore che esegue il suo lavoro con efficienza e responsabilità? Ancora: se, da un lato, il supporto di bambini in difficoltà economica o psicologica con la promozione di attività inclusive è certamente un fine meritevole, dall’altro lato ciò è davvero sufficiente a definire etici anche i finanziamenti destinati a supportare tali iniziative?
Alla luce di questi interrogativi, ai quali risulta estremamente complesso fornire una risposta unitaria, si comprende come il concetto di “eticità” sia del tutto relativo. Di conseguenza, la banca etica potrà semplicemente selezionare i settori e i prodotti definibili come etici secondo un comune senso del giusto, lasciando poi al singolo investitore la possibilità di valutare, secondo un giudizio soggettivo, la destinazione del proprio investimento.
Al fine di comprendere se un fondo sia socialmente orientato, l’investitore deve acquisire una serie di conoscenze al fine di compiere una scelta consapevole. Senza dubbio, per individuare il grado di eticità di un fondo, l’investitore è tenuto a spingersi oltre la mera dichiarazione d’intenti della società in cui si decide di investire e ad approfondire la storia della stessa, così da verificare se tale società assuma un costante impegno verso pratiche socialmente responsabili. Uno strumento senz’altro utile per questi fini è il cd. rating etico, ossia un modello che valuta, secondo determinati indicatori chiave di performance (Key Perfomance Indicator, KPI), l’affidabilità sociale di un’impresa (ad esempio misurando i livelli di emissione di CO2).
La finanza etica sta senz’altro contribuendo a produrre un valore che, oltre a quello economico, contiene anche un beneficio per la comunità civile e per l’ambiente. In chiave prospettica, il prossimo passo necessario è, probabilmente, proprio quello di determinare i confini operativi entro i quali estendere i criteri di eticità descritti e, soprattutto, individuare degli strumenti idonei a verificare che le finalità etiche e sociali non restino una semplice “facciata”, strumentali soltanto ad elevare la reputazione dell’impresa, ma che siano concrete e contribuiscano a plasmare una vera e propria cultura etica dell’impresa sostenibile.
Silvia Ciceri
Approfondimenti
Banca Etica, Il Crowdfunding in Banca Etica, reperibile all’indirizzo www.bancaetica.it/progetti-speciali/crowdfunding-banca-etica;
Costi, Banca etica e responsabilità sociale delle banche, in Banca borsa titoli di credito, 2011, I;
Gwendolyn Gordon, David Zaring, Ethical Bankers, in Journal of Corporation Law, 2017;
La Torre, Microfinanza e finanza etica, in Bancaria, 2005.
