Reato di Ecocidio. L’appello del corso di Giurisprudenza 2.0 per la tutela dell’ambiente

Il convegno organizzato dalle studentesse e gli studenti del corso di laurea in Giurisprudenza 2.0 dell’Università di Padova, dal titolo “L’evoluzione della giustizia penale internazionale, dal genocidio all’ecocidio”, ha affrontato, mercoledì 18 gennaio 2023 presso Palazzo San Leonardo a Treviso, la delicata questione della campagna per il riconoscimento da parte della Corte Penale Internazionale (ICC) dell’Aja dell’ecocidio come reato, ovvero dell’insieme di «atti illeciti o sconsiderati commessi con la consapevolezza che ci sia una sostanziale probabilità che tali atti causino un danno grave e diffuso o a lungo termine all’ambiente», secondo la definizione studiata negli ultimi anni da un pool di avvocati ed esperti internazionali, grazie anche al contributo di Stop Ecocide International .
In un periodo storico nel quale l’ecosistema è messo costantemente a rischio, riconoscere questo nuovo crimine permetterebbe, infatti, di perseguire penalmente le aziende e i governi che si dovessero rendere consapevolmente responsabili di “gravi danni alla natura”.
Hanno offerto il loro contributo su questo tema diversi relatori, tra cui l’avvocatoGiovanni Chiarini (Texas Tech University di Houston), che ha ribadito la complessità della materia in termini giuridici e penali, l’assessore all’ambiente di Treviso Alessandro Manera e i professori Paolo Moro, presidente del corso di laurea in Giurisprudenza 2.0, e Bruno Barel, che hanno invece sottolineato l’importanza di avvicinare le giovani generazioni di studentesse e studenti alle questioni di tutela ambientale già nel proprio percorso di studi accademici.
«Quello dell’ecocidio è un crimine efferato che coinvolge tutti noi, così come anche le generazioni future – ha poi concluso l’assessore Manera – Potremmo definirlo come una “mina antiuomo ambientale”. Per questo apprezzo il fatto che se ne parli a Treviso con gli studenti di Giurisprudenza 2.0, perché solo studiandone cause ed effetti si può pensare di tutelare anche in futuro la natura che ci circonda».
